Cuba

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12 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 31 Agosto 2015 Havana decadence L » ALESSANDRO FERRUCCI LHavana (Cuba) a Rivoluzione a Cuba non è solo una Rmaiuscola, è forma e sostanza, parole, promesse, fatti reali, fatti mancati, altri persi. È caldo e stanchezza. Silenzio e atte- sa. Contraddizioni perenni, dove il rettilineo è quasi sem- pre la strada più lunga per raggiungere qualunque tipo di meta, mentale o fisica. La Rivoluzione è il museo dedi- cato allHavana, la sintesi de- gli ultimi sessantanni di sto- ria, con Fidel Castro osanna- to, il Che amato, ma un passo indietro. Qui dentro cè lo specchio per vedere riflette- re una realtà oramai arrivata al crollo economico del suo muro di Berlino, a una gla- snost di Gorbaciov dagli ac- centi caraibici. Dentro que- sto palazzo dellOttocento, con scalinate barocche e marmi antichi, la povertà, la polvere, la distruzione, i cal- cinacci, i saloni vuoti in p- seudo-ristrutturazione, la- scensore rotto, laria condi- zionata assente nonostante i 36 gradi, sono la cartolina di un Paese sofferente, strema- to, dove la capacità di arran- giarsi è la dote più importan- te per ogni uomo; saper con- servare, mantenere e riuti- lizzare è il mantra di ogni giorno, settimana, anno, da quando gli Stati Uniti decise- ro lembargo, e Cuba è diven- tata un film in bianco e nero visto alla tv. MA OGGI NON BASTA. Nes- suno osa dirlo in maniera e- splicita, vuoi per dignità, una dignità mista a orgoglio, dove non si chiede la carità, i men- dicanti non esistono, ma chiunque è disposto a vende- re tutto, dal proprio corpo, al giornale Granma, ai muscoli per una passeggiata in risciò, a unindicazione turistica, si- gari, sigari e ancora sigari, fi- no a due chiacchiere in finta amicizia. O vuoi per timore, la polizia è a ogni angolo, e- splicita, quindi in divisa, o nascosta tra la gente; e poi a- genti in borghese e servizi di sicurezza, poco è come sem- bra, meglio non rischiare, meglio non essere espliciti, per loro anche lo straniero può celare una trappola, spiega una guida turistica a- bituata a lavorare con gli ita- liani. Parlare con i turisti, in teoria, non è consentito, o vi- sto di buon occhio, ma è solo teoria, la pratica racconta di uneconomia mantenuta da- gli stranieri soprattutto negli ultimi 25 anni, dopo la fine dellUrss e il suo sostegno, grazie alla diffusione di una doppia moneta, quindi doppi prezzi: se uno stipendio me- dio locale è intorno ai venti euro mensili, una bottiglia di Havana Club invecchiato sette anni è in vendita a ita- liani, canadesi, argentini e via così a 16 euro. Prezzo di Stato, fisso, impossibile de- rogare se non al mercato ne- ro, il mercato nero più evi- dente della storia dell'uma- nità, con prodotti offerti in o- gni vicolo o strada a mezza bocca e in buon italiano, con frasi ammiccanti dal reper- torio infinito (Sei di Roma? Ah, Roma ladrona, la Lega non perdona...;o Forza Ro- ma, forza lupi sofiniti i tempi cupi), ma solo per far sentire il turista-allocco attratto dal proibito, dallesclusivo, dalla furbata, dallidea di saper sfruttare una sofferenza al- trui, in realtà i cubani rifila- no dei prodotti scadenti e realizzati in casa, tanto quasi nessuno straniero riesce a ri- conoscere un buon sigaro. Qui siamo un pocome la Na- poli del dopoguerra, sinte- tizza Adalberto, tassista lo- cale con una laurea in inge- gneria meccanica con lode e una cultura amplificata da u- na sorella sposata con un ita- liano. HA VISTO? TRA POCO a Cu- ba viene Papa Francisco, in- dica Hector. Difficile non no- tarlo. Ladesivo con la sua im- magine è attaccato in ogni dove, Granma gli dedica pa- gine da settimane, il 19 set- tembre è il giorno del suo ar- rivo allHavana con tanto di presenza e microfono su Pla- za de la Revolution, la stessa con ai lati le effigi in scala ma- stodontica del Che e Camillo Cienfuegos, dove per decen- ni Fidel ha radunato milioni di cittadini per comizi lunghi delle ore, cè chi li ricorda con il dolore alle caviglie; la stes- sa piazza dove in questi gior- ni le autorità stanno montan- do un palco bianco, ripetitori acustici posizionati, la sicu- rezza vaticana impegnata a prendere accordi, le recipro- che diplomazie trattano an- che i millimetri, quasi impos- La rivoluzione cubana e un passato che resiste Un Paese allo stremo La fine dell embargo è solo l avvio di un processo che nessuno sa bene dove porterà Fidel è ancora influente. L attesa per la visita del Papa La nuova ambasciata In alto a sini- stra lamba- sciata Usa ap- pena costrui- ta e riaperta da John Kerry Ansa La scheda n LIDER MAXIMO 89 anni, Fidel Castro è stato primo ministro di Cuba dal 16 febbraio 1959 allabolizione della carica, avvenuta il 2 dicembre 1976, ed è stato, dal 3 dicembre 1976 al 18 febbraio 2008, Presidente del Consiglio di Stato e Presidente del Consiglio dei ministri, nonché Primo Segretario del Partito Comunista Cubano, il partito unico del paese, che tuttavia non partecipa direttamente alle elezioni: le vince

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12 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 31 Agosto 2015

H ava n ade cadence

L» ALESSANDRO FERRUCCI

L’Havana (Cuba)

a Rivoluzione a Cuba non èsolo una “R” maiuscola, èforma e sostanza, parole,promesse, fatti reali, fattimancati, altri persi. È caldo estanchezza. Silenzio e atte-sa. Contraddizioni perenni,dove il rettilineo è quasi sem-pre la strada più lunga perraggiungere qualunque tipodi meta, mentale o fisica. LaRivoluzione è il museo dedi-cato all’Havana, la sintesi de-gli ultimi sessant’anni di sto-ria, con Fidel Castro osanna-to, il Che amato, ma un passoindietro. Qui dentro c’è lospecchio per vedere riflette-re una realtà oramai arrivataal crollo economico del suomuro di Berlino, a una g l a-snost di Gorbaciov dagli ac-centi caraibici. Dentro que-sto palazzo dell’O tt o ce n to ,con scalinate barocche emarmi antichi, la povertà, lapolvere, la distruzione, i cal-cinacci, i saloni vuoti in p-seudo-ristrutturazione, l’a-scensore rotto, l’aria condi-zionata assente nonostante i36 gradi, sono la cartolina diun Paese sofferente, strema-to, dove la capacità di arran-giarsi è la dote più importan-te per ogni uomo; saper con-servare, mantenere e riuti-lizzare è il mantra di ognigiorno, settimana, anno, daquando gli Stati Uniti decise-ro l’embargo, e Cuba è diven-tata un film in bianco e nerovisto alla tv.

MA OGGI NON BASTA. Nes -suno osa dirlo in maniera e-splicita, vuoi per dignità, unadignità mista a orgoglio, dovenon si chiede la carità, i men-dicanti non esistono, machiunque è disposto a vende-re tutto, dal proprio corpo, algiornale Granma, ai muscoliper una passeggiata in risciò,a un’indicazione turistica, si-gari, sigari e ancora sigari, fi-no a due chiacchiere in fintaamicizia. O vuoi per timore,la polizia è a ogni angolo, e-splicita, quindi in divisa, onascosta tra la gente; e poi a-genti in borghese e servizi disicurezza, poco è come sem-bra, meglio non rischiare,“meglio non essere espliciti,per loro anche lo stranieropuò celare una trappola”,spiega una guida turistica a-bituata a lavorare con gli ita-liani. Parlare con i turisti, inteoria, non è consentito, o vi-sto di buon occhio, ma è soloteoria, la pratica racconta diun’economia mantenuta da-gli stranieri soprattutto negliultimi 25 anni, dopo la fined el l’Urss e il suo sostegno,grazie alla diffusione di unadoppia moneta, quindi doppiprezzi: se uno stipendio me-dio locale è intorno ai ventieuro mensili, una bottiglia diHavana Club invecchiatosette anni è in vendita a ita-liani, canadesi, argentini evia così a 16 euro. Prezzo diStato, fisso, impossibile de-

rogare se non al mercato ne-ro, il mercato nero più evi-dente della storia dell'uma-nità, con prodotti offerti in o-gni vicolo o strada a mezzabocca e in buon italiano, confrasi ammiccanti dal reper-torio infinito (“Sei di Roma?Ah, Roma ladrona, la Leganon perdona...”;o“Forza Ro-ma, forza lupi so’finiti i tempicupi”), ma solo per far sentire

il turista-allocco attratto dalproibito, dall’esclusivo, dallafurbata, dall’idea di sapersfruttare una sofferenza al-trui, “in realtà i cubani rifila-no dei prodotti scadenti erealizzati in casa, tanto quasinessuno straniero riesce a ri-conoscere un buon sigaro.Qui siamo un po’ come la Na-poli del dopoguerra”, sinte-tizza Adalberto, tassista lo-

cale con una laurea in inge-gneria meccanica con lode euna cultura amplificata da u-na sorella sposata con un ita-liano.

“HA VISTO? TRA POCO a Cu-ba viene Papa Francisco”, in-dica Hector. Difficile non no-tarlo. L’adesivo con la sua im-magine è attaccato in ognidove, Granma gli dedica pa-

gine da settimane, il 19 set-tembre è il giorno del suo ar-rivo all’Havana con tanto dipresenza e microfono suPla -za de la Revolution, la stessacon ai lati le effigi in scala ma-stodontica del Che e CamilloCienfuegos, dove per decen-ni Fidel ha radunato milionidi cittadini per comizi lunghidelle ore, c’è chi li ricorda conil dolore alle caviglie; la stes-sa piazza dove in questi gior-ni le autorità stanno montan-do un palco bianco, ripetitoriacustici posizionati, la sicu-rezza vaticana impegnata aprendere accordi, le recipro-che diplomazie trattano an-che i millimetri, quasi impos-

La rivoluzione cubanae un passato che resiste

Un Paese allo stremo La fine dell’embargo è solol’avvio di un processo che nessuno sa bene dove porteràFidel è ancora influente. L’attesa per la visita del Papa

La nuovaa m ba s c i at aIn alto a sini-stra l’amba-sciata Usa ap-pena costrui-ta e riapertada JohnKerry Ansa

La scheda

n LIDERMAXIMO 89anni, FidelCastro èstato primoministro diCuba dal 16febbraio 1959all’abolizionedella carica,avvenuta il 2d i ce m b re1976, ed èstato, dal 3d i ce m b re1976 al 18fe b b ra i o2008,Pre s i d e n tedel Consigliodi Stato ePre s i d e n tedel Consigliodei ministri,nonché PrimoSegretario delPar titoCo m u n i s t aCubano, ilpartito unicodel paese,che tuttavianon partecipad i re t t a m e n tealle elezioni:le vince